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Regioni e province italiane

Venti tessere fondamentali che hanno contribuito all’unità di un mosaico complesso come il nostro Paese. Da semplici distretti territoriali le Regioni d’Italia hanno progressivamente acquisito autonomia in molti ambiti importanti della vita, da quello sanitario a quello fiscale, diventando istituzioni di riferimento per cittadini e aziende. Venti in tutto, ma tra queste ben cinque, Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia e Trentino Alto Adige, godono di uno statuto speciale. Si è soliti, quando si parla di produttività, suddividere le regioni del nostro paese in aree: nord-ovest, nord-est, centro e sud, che comprende anche le isole. Con più di 380.000 milioni di Pil è il Nord-Ovest a guidare questa classifica, e non poteva essere diversamente con giganti quali Lombardia e Piemonte, trainate dai loro distretti industriali. Subito dietro Nord-est, Centro e Sud.

Dal punto di vista demografico invece i dati cambiano: per il bilancio mensile dell’Istat di dicembre 2010 è la Lombardia con quasi dieci milioni di abitanti la regione più popolosa del nostro paese. A seguire però ci sono le grandi regioni del centro e del sud: Campania (5.8 milioni e la densità abitativa più alta di tutta Italia), Lazio (5.7 milioni) e Sicilia (5 milioni), fino ad arrivare alle cenerentole Basilicata (580.000), Molise (320.000) e Valle D’Aosta che con i suoi 128.000 abitanti e i suoi 3200 km quadrati è sia la più piccola che la meno estesa del paese.

Una varietà che non fa riferimento solo ad aspetti quantitativi ma anche a parametri quali paesaggio, cultura, tradizioni, modi di vivere e anche di parlare. Una varietà che piace ai turisti di tutto il mondo che spesso inseriscono le regioni italiane tra i loro itinerari di viaggio. Il Veneto è una delle più visitate dagli stranieri con più di 60 milioni di presenze in tutto il 2010. A seguire, Lazio e Toscana.

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