Origini del cognome Miceli

L'origine del cognome Miceli è collegata al ceppo presente in Calabria, la cui etimologia potrebbe derivare dalla cittadina di San Miceli situata in provincia di Cosenza. Tra i cognomi italiani, Miceli presenta solo due varianti: Micele e Micelli. Il significato e origini di Micele sono legati al sito di Locorotondo in provincia di Bari; Micelli invece presenta due ceppi differenti, uno al sud nel Salento ed uno nel Nord Italia, specificatamente nel Friuli Venezia Giulia: entrambi sono una derivazione del nome Michele. Miceli è diffuso soprattutto in Sicilia dove si registrano ben 1410 presenze; in Calabria con 417, in Lombardia con 217, in Puglia con 129 e Campania con 94. Tuttavia è possibile rintracciare tale cognome anche in altre regioni dell'Italia centrale e settentrionale, come l'Emilia Romagna, il Veneto, il Trentino e il Friuli Venezia Giulia, per finire poi con solo tre casi in Valle d'Aosta.

La storia del nome è legata ad un'antica e nobile famiglia originaria di Palermo, la cui presenza nei documenti storici è attestata dal XV secolo: risultava essere proprietaria della salina di Nicosia e di altre terre nelle contrade San Lorenzo e Terrati. Intorno al 1745 è noto alla storia un Pietro Miceli, giudice pretoriano di Palermo, che riuscì anche ad ottenere il titolo di barone di San Lorenzo e Tenatti. Del 1799 è un Antonino Miceli, anche lui con il titolo di Barone di Tenatti e un certo Rosario a cui è riferita l'investitura della sopradetta salina.

La famiglia Miceli di Palermo è inclusa dal 1922 nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano. Sempre a Palermo nel 1650 esercitava la professione di notaio un Leonardo di Miceli, originario proprio della cittadina in provincia di Caltanissetta (San Miceli) che gli ha conferito tale cognome. Sicuramente il personaggio più importante è stato Domenico Di Miceli Di Naro operante nel 1700 ad Agrigento: sacerdote domenicano noto come pittore e scultore, fu autore degli affreschi della Chiesa di S. Calogero. Nell' araldica cognomi la famiglia Miceli è presente con un'arma azzurra a due sbarre d'oro inserite obliquamente, mentre in altre regioni italiane è rintracciabile un'araldica più complessa, sempre con lo scudo azzurro e oro, ma anche con la presenza di soldati rivestiti da armature che sorreggono una corona.

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