Origini del cognome D'Angelo

Il cognome D'Angelo è molto frequente in Campania, soprattutto nel casertano, in Sicilia e in Abruzzo. In tutta Italia si contano all'incirca 8328 persone con questo cognome, di cui si riscontrano varianti in ANGELO, DELL'ANGELO, DEGLI ANGELI fino ad arrivare a D'ANIELLO o ANIELLO, che mette in evidenzia il radicamento in terra campana. L'origine del cognome deriva presumibilmente dal greco "Anghelos" e significa annunciatore, araldo, mediatore, responsabile. Fu in uso anche con la variante di Agnolo, che ricorda molto la radice della parola Agnus, agnello e Ancilla, ancella o vestale del tempio di Venere.

La ricerca etimologica si spinge fino a scomporre la parola ANGELO in "Anà- Ghelos": "anà," prefisso greco "in alto" e "Ghelos" , divinità o Daimon dedicata al riso, citata da Apuleio. Ghelos era una divinità minore, ma molto allegra, al seguito di Dioniso, dio del vino. Secondo questa interpretazione, la storia del nome sta ad indicare un sacerdote del dio del Riso o l'importanza estrema del Riso! Magari potremmo scoprire che i D'Angelo sono dei gran compagnoni, molto allegri: effettivamente Gianfranco D'Angelo, conduttore del mitico programma degli anni '80 Drive-in e Mariano D'Angelo, (spesso in coppia con il comico romano Enzo Salvi), sono entrambi dei mattatori della risata.
Altro personaggio importante soprattutto nella moderna cultura napoletana è Nino D'Angelo, cantante, intrattenitore e regista. Luca D'Angelo è invece l'attuale tecnico della squadra AC Rimini 1912 mentre Francesco D'Angelo è lo scrittore partenopeo autore di "Luna di sopra", edito da Graus.

Per quanto riguarda l'araldica del cognome, la tradizione riconduce i blasoni al nobile Giovanni Antonio D'Angelo, Barone illustrissimo della Casata Rocchetta. Egli presumibilmente si stabilì tra Napoli e Milazzo: la sua progenie occupò sempre posizioni di rilevo nella gestione e nell'organizzazione dei territori appartenenti al casato. Lo stemma ha un fondo azzurro con divisorio centrale in grigio e due stelle alle estremità centrali, ad indicare la ricchezza dei territori e del lignaggio appartenenti alla casata.

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